February 15, 2018

Un nuovo trial sull’accelerazione del movimento ortodontico con la piezosurgery. Non si ottiene sempre quel che si vorrebbe…

Un nuovo trial sull’accelerazione del movimento ortodontico con la piezosurgery. Non si ottiene sempre quel che si vorrebbe…

 Esistono diverse nuove tecniche che possono essere utilizzate per tentare di muovere i denti più velocemente. Questo nuovo trial analizza la tecnica, piuttosto invasiva, basata sulla chirurgia piezoelettrica.

L’incisione piezoelettrica è una tecnica “minimamente” invasiva volta ad accelerare i movimenti dentari. Per praticarla, si causa un trauma all’osso alveolare nel corso del trattamento ortodontico. Due gruppi, uno turco ed uno americano, del Massachusetts, hanno condotto lo studio pubblicato dall’EJO.

Efficiency of piezosurgery technique in miniscrew supported en-masse retraction: a single-centre, randomized controlled trial

Nilüfer İrem Tunçer et al

European Journal of Orthodontics, 2017, 586–594

doi:10.1093/ejo/cjx015

Gli autori volevano studiare l’effetto della chirurgia piezo sulla velocità di riduzione dell’OVJ usando meccaniche di retrazione en-masse con e senza chirurgia piezo. Inoltre, hanno valutato anche l’effetto dell’intervento su vari marcatori biologici. Mi concentrerò esclusivamente sul tasso di movimento dentario poichè penso che sia il risultato più importante da un punto di vista clinico.

Cosa hanno fatto?

Hanno realizzato un trial clinico randomizzato, in un unico centro, con assegnazione 1:1.

Il PICO (PICR) fu:

Partecipanti: Pazienti ortodontici a partire dai 14 anni di età, che richiedevano un trattamento ortodontico ad entrambe le arcate, con l’estrazione di quattro premolari.

Intervento: Chirurgia piezoelettrica

Confronto: Trattamento ortodontico tradizionale, senza chirurgia piezo.

Risultato: Velocità della chiusura dello spazio estrattivo dei premolari ottenuto con retrazione in massa. Gli autori hanno misurato tale parametro 15, 30, 60, 90 e 120 giorni dopo la piezochirurgia, direttamente nella bocca del paziente, usando un calibro digitale. Questa misurazione non era occultata.

Hanno anche analizzato le teleradiografie scattate immediatamente prima della chirurgia piezo, 28 giorni dopo ed alla fine della chiusura dello spazio.

La randomizzazione è stata effettuata mediante buste sigillate. I pazienti sceglievano le buste dopo aver acconsentito a partecipare allo studio. I dati cefalometrici erano occultati, ma le misurazioni intraorali della chiusura dello spazio no.

Qualche lettore potrebbe non conoscere bene la chirurgia piezo.

Breve descrizione:

1          Anestesia locale

2          Varie incisioni della mucosa vestibolare

3          Successivi tagli ossei profondi 3mm nell’osso alveolare tra tutti i denti anteriori

4          Suture dei tagli

5          Consigli sul controllo del dolore, applicazione di ghiaccio per 24 ore.

Ad essere onesto non mi sento proprio sicuro che tutto ciò possa essere definito minimamente invasivo.

Cosa hanno trovato?

Dopo aver misurato la velocità della chiusura dello spazio ed aver analizzato molte variabili cefalometriche, gli autori non hanno riscontrato differenze tra i gruppi. Non hanno trovato alcuna evidenza che le incisioni piezo avessero influenzato la velocità del movimento dentario.

Cosa ne penso?

Penso che questo trial rappresenti uno studio interessante. Purtroppo c’è stato un problema importante con l’occultamento nella raccolta dei dati. Non è chiaro se la persona che ha misurato gli spazi dei premolari era consapevole o meno del tipo di trattamento.Se colui il quale ha misurato gli spazi era a conoscenza del tipo di trattamento, questo studio è ad alto rischio bias. Ho scritto una mail all’autore a tal riguardo, ed ha confermato che era così. Ad ogni modo, ha anche sottolineato che se avessero rilevato delle impronte ad ogni misurazione effettuata, queste avrebbero appesantito il fardello dei pazienti.

Ho riflettuto attentamente su tale aspetto e quando ho analizzato la riduzione dell’ovj ed il movimento molare dai cefalogrammi, non è emersa alcuna differenza. Di conseguenza, ho la sensazione che possiamo concludere che non vi sono differenze cefalometriche negli effetti dei diversi interventi. E’ emersa assenza di evidenza degli effetti della chirurgia piezo.

Riassumendo, ritengo che vi siano problemi metodologici nello studio. Ad ogni modo, la chirurgia piezo non sembra così divertente per i nostri pazienti. Di conseguenza, spererei di poter vedere effetti chiari, clinicamente significativi, a sostegno di tale intervento. Non è così per questo studio.

Ho revisionato anche altri studi sui tagli piezo e tutti hanno dimostrato effetti minimi o nulli. Di conseguenza, personalmente non ci penserei neanche ad effettuare un tale approccio. Qualcuno lo farebbe?

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