October 08, 2018

Bill Proffit: la Teoria dell’Equilibrio rivisitata

La scorsa settimana sono rimasto scioccato dalla notizia della morte di Bill Proffit. Pertanto, ho deciso di preparare questo blog sul suo cavallo di battaglia “La Teoria dell’Equilibrio Rivisitata”.

Come molti studenti di ortodonzia, ho iniziato ad apprezzare gli insegnamenti di Bill Proffit attraverso seminari ed i suoi libri. Ho anche ascoltato diverse volte le sue relazioni. L’ho incontrato per la prima volta quando stavamo organizzando lo studio sul trattamento precoce delle Classi II, e lui fu incredibilmente di aiuto. In seguito ci incontrammo svariate volte, discutendo amabilmente di ortodonzia, trials, evidenza, Forest Plots e di viaggi in treno attraverso gli Stati Uniti. La sua influenza sull’ortodonzia è stata immensa, ed ha avuto un grosso impatto sulla mia carriera. Questa pubblicazione mi ha fatto “sedere a riflettere” ed è stato allora che ho deciso di intraprendere la carriera universitaria. Così, come tributo a Bill Proffit, ne ho fatto un blog, nel mio stile.

Equilibrium Theory Revisited: Factors influencing the position of the teeth.

WR Proffit. Angle Orthodontist: Luglio 1978.

Questo articolo è stato scritto da un universitario della Caroline del Nord e pubblicato dall’Angle orthodontist.

Cosa si è chiesto?

Ha analizzato il ruolo dell’ambiente dei tessuti molli nella eziologia delle malocclusioni.

Cosa ha fatto?

Ha semplicemente fornito la sua opinione basata sulla sua personale interpretazione delle ricerche, sue e di altri autori.

Questo lavoro dà adito a svariate interpretazioni, questa è la mia.

Eziologia della malocclusione

Le malocclusioni sono il risultato dell’interazione tra la genetica e l’ambiente. Ne consegue che se si ritiene che la posizione dei denti sia prevalentemente condizionata dall’ambiente, è più probabile che si tratti senza estrazioni. Se si crede che la genetica sia più importante, allora è più probabile che il paziente venga trattato con estrazioni, dal momento che si ritiene che l’ambiente non possa essere modificato in maniera significativa. Questa è una filosofia semplice e chiara.

Egli quindi suggerisce che considerando le forze che agiscono sui denti, queste sono senza dubbio in equilibrio. Le forze della lingua, dall’interno, e delle guance e delle labbra dall’esterno, sono in equilibrio. Quando effettuiamo un trattamento ortodontico, applichiamo forze sui denti che alterano questo equilibrio, ed i denti si muovono.

L’effetto della forza

Ciò ha portato ad una discussione nella quale afferma che la durata di qualsiasi forza applicata è più importante dell’entità della stessa. Ritengo ciò significhi che se spostiamo i denti fuori dalla zona di equilibrio, le forze più leggere ma più costanti dell’ambiente produrranno uno spostamento indietro dei denti, con forte probabilità di recidiva.

Nel mezzo del suo studio, egli sottolinea che anche altre forze esterne hanno un effetto. Queste forze provengono, ad esempio, dall’abitudine alla suzione del dito, dalla forza dell’occlusione e dalla postura della testa. Ancora, essendo queste forze durature, sono in grado di modificare la posizione dei denti in maniera significativa.

Riassunto

La mia interpretazione globale è che la posizione dei denti è certamente influenzata dall’ambiente dei tessuti molli, dalle forze provenienti dai denti e probabilmente da necessità respiratorie. I denti vengono mossi alterando l’equilibrio delle forze che agiscono su di essi. Di conseguenza, il trattamento può andare incontro a recidiva se l’equilibrio non viene modificato in maniera significativa.

Ad ogni modo, prima che tutti gli ortodontisti non estrattivi, coloro che espandono ed i riabilitatori della respirazione si eccitino troppo con questa teoria, non abbiamo evidenza scientifica che noi siamo in grado di modificare l’equilibrio. E’ per questo semplice motivo che questa brillante pubblicazione risulta ancora così importante nella pratica quotidiana.

Spero che anche voi seguiate la mia interpretazione di questo studio. Voi potreste avere un lettura completamente differente, ma proprio per questo esiste la discussione scientifica. E nel dibattito scientifico, Bill Proffit era senza eguali.

 

 

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